Le opportunità di crescita di un territorio sono legate senza dubbio al sistema produttivo e alla capacità - dello stesso - di portare valore, sia in termini di prodotto interno sia in termini di "beneficio sociale" .
Il sistema produttivo richiede - d'altro canto - misure a sostegno degli sforzi finanziari necessari per crescere; la risposta è venuta, in questi anni, dalle agevolazioni finanziarie concesse dal Governo (attraverso meccanismi "a bando") alle imprese che presentavano domanda per un articolato programma di investimenti.
Il panorama delle agevolazioni finanziarie alle imprese è ancora oggi vasto e presenta numerose soluzioni in termini di benefici, inquadrabili in base al tipo di programma (nuova iniziativa, ampliamento, riconversione...), alla logica di aiuto (fondo perduto, credito d'imposta, ...), alla tipologia di beneficiario (piccola, media, grande impresa...).
Il fenomeno delle agevolazioni finanziarie erogabili a partire da una dotazione di fondi, però, ha via via ridotto il suo reale livello di beneficio diffuso, a causa di una sempre maggiore richiesta e della conseguente scarsità di risorse da destinare alle tantissime imprese. Meccanismi complessi e talvolta errati, poi, hanno portato a ridurre notevolmente le opportunità per beneficiare di questi aiuti, oltre a catalizzare alcuni fondi su poche grandi imprese in grado di assorbire la maggior parte delle risorse disponibili per l'area depressa (aree in ritardo di sviluppo, cui in genere viene assegnata una maggiore percentuale di agevolazione rispetto ad altre).
Se Governo e Istituzioni cercano continuamente di far "quadrare i conti", studiando meccanismi, parametri e criteri sempre nuovi e sempre più complicati, rimane il fatto che la disponibilità di fondi non si può ampliare oltre un certo limite per questo o quello strumento e che i capitali concessi alle imprese dopo un lungo e complesso iter di selezione e valutazione tendono a diventare sempre più esigui (anche in rapporto alle spese sostenute dall'impresa per far fronte a quanto dichiarato - e necessario per concorrere - nella propria candidatura).
Una possibile risposta, forse, viene dalla reinterpretazione non tanto della misura di agevolazione ma - a monte - della logica di sviluppo territoriale (su cui insistono le imprese).
Il mercato in continuo e rapido cambiamento sta portando nuove dinamiche di crescita e nuovi modelli di sviluppo, che possono esulare dal concetto tradizionale di ampliamento della base produttiva, per comprendere crescita in innovazione tecnologica, delocalizzazione e attrazione di capitali esteri, internazionalizzazione e cooperazione su mercati esteri, ricerca e spin-off.
Se le amministrazioni locali comprendono che oltre i propri confini vi sono opportunità e esperienze già realizzate, se le imprese comprendono che fare business può significare anche reinterpretare l'attività e sfruttare come risorsa il proprio know-how e la propria esperienza, se il sistema bancario comprende che vi sono opportunità di crescita non solo attraverso la gestione ordinaria da "vecchio banco dei pegni" ... se tutto ciò avviene e viene coordinato, potrebbe essere possibile reperire maggiori risorse e sfruttare al meglio il capitale umano e imprenditoriale già esistente.
Su molti mercati esteri, certo più aperti e flessibili del nostro e del nostro Meridione in particolare, investire su una buona idea è una prassi ormai consolidata; così come lo è l'investimento in cooperazione, la partecipazione a progetti di ricerca e il parternariato delle università. Da qui, da queste logiche, si sono affermati gli strumenti del Venture Capital, dello Spin-Off e dell'applicazione dei risultati della ricerca direttamente in azienda, ma anche dei cosiddetti Business Angles e dell'attrazione di imprenditori da altri mercati su progetti innovativi.
La chiave del cambiamento, in questo senso, è nella reinterpretazione del modello di sviluppo territoriale; se una Provincia o una Regione lavora su progetti di marketing territoriale ben articolati e definisce una base organica di sviluppo in 3-4 anni, è possibile creare le premesse per aiutare il sistema produttivo e sostenere la crescita di quel capitale umano e imprenditoriale che non ci vede secondi a nessuno in quanto a capacità, creatività, innovazione.
Una logica di cambiamento che dovrebbe portare a un sistema di regìa in grado di pianificare e coinvolgere gli Enti, impegnati rispettivamente nello sviluppo territoriale, nello sviluppo delle risorse umane, nello sviluppo dei processi di business (cioé, Enti locali, Università, Associazioni di Categoria). Il tutto sulla base di un semplice strumento di pianificazione con indicate modalità, tempi, ma, soprattutto, un obiettivo per volta.
Se si impara a ragionare in questo modo, superando le tradizionali (per noi) battaglie di campanile, si potranno cogliere al meglio le opportunità del mercato globale, i benefici dell'innovazione tecnologica, le risorse disponibili sui mercati internazionali. Da tempo ci occupiamo di innovazione tecnologica e internazionalizzazione, e da altrettanto tempo troviamo difficoltà nel trasmettere alle amministrazioni il senso di innovazione che dovrebbe caratterizzare il loro operato. Il partecipare a fiere all'estero, o invitare una delegazione di imprenditori dalla Cina non è sufficiente a cambiare il nostro modo di fare impresa. Il territorio deve essere attrezzato, istruito, preparato a offrire delle risposte che gli imprenditori (e le altre amministrazioni) dall'estero si aspettano (o talvolta ricercano !) .
I fondi impegnati in attività scollegate di promozione del territorio (fiere, show-room, manifestazioni di settore) potrebbero essere razionalmente impiegati (e sarebbero più che siufficienti) nella "predisposizione del territorio" e nella creazione di un modello di cambiamento. Un appello che ci sentiamo di fare e che porterebbe decisamente vantaggi al territorio e ai sistemi produttivi oggi in gran parte "dipendenti" dalle agevolazioni finanziarie e - di conseguenza - sempre più in difficoltà.
Davide Diurisi
- davidediurisi@studiodl.it -
Area Aziendale Studio Associato D&L