L'Unione europea da anni dedica una considerevole serie di risorse al mondo dell'imprenditoria di medio-piccola dimensione, sia in termini di risorse umane e finanziarie, che di programmi specifici di sostegno.
Dopo Amsterdam si è dato inizio all'adozione di strategie per il sostegno delle imprese, puntando non soltanto su di esse, quanto sull'ambiente in cui le imprese operano. In tale direzione, si è mossa l'U.E. nella convinzione che attraverso il miglioramento del tessuto di piccole e medie imprese si possa condizionare lo sviluppo economico e ancor più sociale.
La fusione in un'unica struttura tra le due Direzioni Generali, responsabili per le Imprese e per l'Innovazione, dimostra l'interesse verso queste tematiche da parte dell'Unione e la loro considerazione come aspetti di primo piano per il sostegno dell'imprenditoria medio - piccola.
Da qui, la necessità di realizzare entro i prossimi anni di questo nuovo millennio "l'economia della conoscenza più competitiva e dinamica al mondo".
Fino al 2005 gli interventi a sostegno dell'impresa mireranno a realizzare:
- l'incoraggiamento dell'attività imprenditoriale;
- la realizzazione di un ambiente favorevole all'innovazione ed al cambiamento;
- l'assicurazione dell'accesso ai mercati dei beni e dei servizi.
Qualche cenno va fatto anche sulla situazione imprenditoriale in Sicilia, che dimostra di avere ottenuto buoni risultati di crescita, che ancora potranno migliorare.
Il contesto imprenditoriale siciliano ha, infatti, manifestato in questi ultimi anni evidenti segnali di dinamismo economico che dimostrano un mercato interno in crescita, un aumento dell'impiego di nuove tecnologie e un andamento crescente delle esportazioni.
Proprio l'aumento delle adozioni di nuova tecnologia ha stimolato nuova domanda verso le produzioni siciliane.
Di certo, non si può cantare vittoria se si confronta questa realtà con quella del Centro-Nord, ma i segnali di vivacità emersi in questi anni costituiscono un requisito per favorire la diffusione di forme di cooperazione transnazionale auspicate dall'Unione Europea. In Sicilia gli investimenti attuati da grandi aziende hanno accresciuto le dimensioni del comparto hi-tech.
Questo se, da un lato, ha facilitato la diffusione dell'innovazione, favorendo l'importazione di tecnologie, dall'altro, ha contribuito a creare un ambiente favorevole allo sviluppo degli "Innovation Facilitators", stimolando la natalità di imprese innovative.
Peraltro esistono elementi di favore per poter arrivare ad immaginare la possibilità di uno sviluppo propulsivo autonomo. Cresce l'occupazione manifatturiera soprattutto in aree a specializzazione industriale, si rafforzano alcuni sistemi produttivi urbani (Napoli, Catania, Bari), si sviluppano aree di specializzazione di più recente generazione (l'indotto nel settore delle alte tecnologie nel catanese, favorite dalla presenza di grandi imprese).
Si osserva come la notevole presenza di capitale umano di formazione post-universitaria possa rappresentare una esternalità positiva per le imprese con specifico riguardo alle tecnologie ed ai servizi.
La presenza di università e di alcuni centri di eccellenza (Napoli, Catania, Bari) ed altri in forte crescita (Lecce) può, in prospettiva, alimentare il settore scientifico e di conseguenza innalzare la propensione all'innovazione del sistema produttivo meridionale. In questo momento, infatti, si vive in tal senso una situazione stazionaria, dimostrata dall'incidenza delle spese in attività di R&S sul PIL pari allo 0,6 % e che il numero di insediamenti di imprese ad alta tecnologia nel mezzogiorno è pari appena al 4% del totale.
Esiste, pertanto, una svariata serie di legami tra imprese ed innovazioni tecnologiche, rappresentati oggi dai rapporti di cooperazione internazionale tra imprese ed istituzioni.
In questo quadro, un ruolo importante è gestito dall'U. E. Nonostante l'esistenza d'interazioni tra quest'ultima e le imprese del territorio locale possiamo, senza commettere alcun errore, scrivere che esiste un basso ricorso agli strumenti disponibili ed un alto grado di disinformazione sugli stessi.
Anche nelle imprese più dinamiche si riscontrano impedimenti di carattere finanziario e, cosa ancor più grave, si è notato l'esistenza di disinformazione riguardo all'esistenza stessa di possibilità alternative.
A questo punto potrebbero immaginarsi alcuni interventi quali: semplificare le procedure amministrative e le strutture burocratiche; realizzare un "ambiente favorevole alle imprese"; investire sugli interlocutori che rappresentano il tramite tra strumenti e imprese; facendo in modo di stimolare maggiormente ed informare più adeguatamente; aumentare l'efficacia dei networks che supportano le imprese, in tal modo si agirebbe su alcuni degli elementi di debolezza del sistema che ostacolano l'impresa.
Tutto questo deve aiutare ad alleviare le difficoltà di gestione di quei processi che sono estranei all'impresa, in modo da aiutarla a comprendere le esigenze tecnologiche e portarla a beneficiare degli strumenti già esistenti e di quelli che, in futuro, saranno realizzati.
Dott. Sebastiano Patti