UE: metà dei siti di e-commerce è irregolare
UE: metà dei siti di e-commerce è irregolare
Il 55% dei siti che vendono elettronica di consumo non rispetta le normative europee per la tutela dei consumatori.
Fonte ZEUS News - www.zeusnews.com - 10-09-2009
Un'indagine promossa dall'Unione Europea sui siti Web che vendono prodotti di elettronica di consumo ha portato a risultati piuttosto sconfortanti per gli acquirenti: ben il 55% dei siti esaminati presenta irregolarità rispetto alle normative europee.
L'Europa ha preso in esame 200 tra i "principali siti web che vendono apparecchiature elettroniche" e "più di 100 siti web su cui i reclami dei consumatori avevano richiamato l'attenzione", come si legge nel rapporto, per un totale di 369 casi esaminati.
Scopo dell'indagine era capire se i siti fossero conformi alle norme europee in tre ambiti: la presenza di informazioni complete per contattare il commerciante, la pubblicazione di informazioni chiare sull'offerta (in particolare una chiara descrizione del prodotto e il prezzo totale) e la visualizzazione di informazioni chiare sui diritti dei consumatori, come il diritto di recesso entro 7 giorni senza la necessità di fornire una motivazione.
In più della metà dei casi (il 55%) sono state riscontrate irregolarità che attualmente sono oggetto di indagini ulteriori.
Dei siti segnalati come irregolari, il 66% fornisce informazioni fuorvianti sui diritti dei consumatori, per esempio negando la possibilità di restituire il prodotto o facendo credere che sia possibile ottenere un rimborso soltanto sotto forma di buono acquisto.
Il 45% dei siti problematici, poi, fornisce informazioni fuorvianti sul prezzo totale, celando abilmente fino all'ultimo i costi extra di consegna.
Infine, il 33% dei siti non mette o mette in forma incompleta le informazioni per contattare il commerciante, così che in caso di problemi gli acquirenti non sappiano a chi rivolgersi.
Ora che i problemi sono venuti alla luce, il Commissario europeo responsabile per i consumatori, Meglena Kuneva, si aspetta che i siti con problemi regolarizzino la propria posizione; se non lo faranno partirà un'azione legale con conseguenze che andranno da sanzioni pecuniarie fino alla chiusura dei siti.
Entro la metà del 2010 l'Europa renderà noti i risultati di questa campagna.