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Ricostruzione dell'Iraq

La Ricostruzione dell' Iraq di Gianfranco Di Siena, Milano **** La abolizione delle sanzioni economiche -embargo contro l' Iraq (Risoluzione ONU 22.5.03) ha acceso aspettative e speranze di futuri contratti in tutto il mondo. La ricostruzione dell'Iraq, ivi incluse le attività di ammodernamento e riadattamento delle infrastrutture, dovrebbe comportare la spesa di ingenti somme. A tal scopo la Banca Mondiale sta eseguendo in loco la valutazione delle necessità di ricostruzione e sviluppo dell'Iraq. In data 13.7.03 si è riunito per la prima volta il Comitato di Governo/Governing Council, composto da 25 iracheni scelti dalla Coalizione occupante (USA-UK). Esso ha il potere di nominare ministri, di nominare i rappresentanti diplomatici, di votare il bilancio, di firmare contratti, di rivedere leggi e di svolgere attività politica fino a quando, una volta redatta la nuova Costituzione, sarà possibile lo svolgimento di libere elezioni. Però la predetta attività dovrà avere il placet della Coalizione occupante. Da tanto premesso si evince che in Iraq vi è oggi un soggetto giuridico, il Consiglio di Governo, che nell'ambito dei propri poteri esecutivi, potrà firmare contratti ed assumere quindi obbligazioni. A questo punto si pone il problema del pagamento di tali contratti posti in essere/stipulati direttamente con detta controparte pubblica irachena. La fonte/risorsa dell'Iraq per i pagamenti è oggi sostanzialmente rappresentata dal "Fondo di Sviluppo per l'Iraq" ove vanno accreditati i proventi della vendita del petrolio. Il flusso di produzione corrente è oggi modesto in quanto gli impianti obsoleti, le distruzioni e le azioni di sabotaggio ne riducono in parte la produzione. 1) Quindi la contrattazione diretta con la controparte pubblica irachena deve avvenire con prudenza tenendo conto, tra gli altri, che gli esborsi a valere sul "Fondo di Sviluppo per l'Iraq" devono essere autorizzati dalle Potenze occupanti (Usa-UK). 2) Nessun problema serio per il pagamento dovrebbe esserci nel caso di contrattazione derivante da un subappalto relativo a contratti finanziati direttamente dagli Usa. A tal proposito si è scatenata una vera "corsa" tra imprese concorrenti di tutto il mondo per ottenere subappalti dalle imprese aggiudicatarie americane (vedi peraltro la aggiudicataria Bechtel la quale ha affermato che grossa parte della commessa sarà subappaltata ad imprese irachene) 3) Una terza possibilità operativa per le imprese italiane è, tra gli altri, quella di partecipare come offerente (o subappaltatore) alle future gare di appalto per la ricostruzione dell'Iraq finanziate da Organismi internazionali di cui l'Italia sia membro. Ed infatti la ricostruzione dell'Iraq: a) non può essere finanziata solo dagli Usa ( che, allo stato, trovano grosse difficoltà a normalizzare la regione con esborsi per le proprie truppe maggiori di quelle previste ) b) gli aiuti per la ricostruzione verranno anche dalla Unione Europea. Ed infatti Christopher Patten, commissario europeo per le Relazioni Esterne, ha recentemente dichiarato che l'Unione Europea è disposta a finanziare le attività di ricostruzione purchè i fondi siano amministrati dalla "Banca Mondiale" o dal "Programma di Sviluppo" delle Nazioni Unite. c) per Ottobre 2003 è prevista una conferenza internazionale di Donatori a favore dell' Iraq.

25/07/2003

 

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