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UE: news su controversia parmigiano-parmesan

UE: 9 GIUGNO PRIMO VERDETTO SU VICENDA PARMIGIANO-PARMESAN Citazioni dotte e riferimenti a trattati bilaterali ed internazionali (fra cui quella di Stresa del '51 sulla denominazione dei formaggi) si sono mescolate ieri davanti alla Corte di giustizia Ue del Lussemburgo, chiamata a dire l'ultima parola sulla controversia "parmigiano-parmesan". Da una parte Italia, Francia, Grecia, Portogallo, Spagna, insieme alla Commissione europea si sono schierate a difesa del Parmigiano Reggiano ed a sostegno della battaglia legale che il consorzio dei produttori di uno dei più rinomati formaggi italiani ha istruito contro Germania ed Austria, che vorrebbero riconosciuta la legittimità all'uso del marchio parmesan. Il primo verdetto sulla vicenda verrà presentato il prossimo 9 giugno mentre il verdetto definitivo della Corte, destinato a fare giurisprudenza nel campo della tutela dei prodotti tipici, arriverà invece all'inizio del prossimo anno. Il contenzioso non appare solo linguistico ma riguarda un problema che smuove principi e miliardi. Tedeschi ed austriaci (che però, al contrario della Germania, non hanno inviato un loro legale affidandosi alla memoria scritta) sostengono che "parmesan" è un termine ormai generico che ha conquistato un significato autonomo, slegato dal Parmigiano reggiano, diventando sinonimo di formaggio duro e grattugiato. Il suo utilizzo per commercializzare questo tipo di prodotto dovrebbe quindi essere considerato legittimo. L'Italia ed i suoi alleati sostengono invece il contrario. "Parmesan non è un nome generico: è semplicemente la traduzione di Parmigiano - afferma Fausto Capelli che difende gli interessi del Consorzio dei produttori - Basta guardare una forma di parmigiano destinata all'estero, dove in orizzontale è impressa la voce parmesan". Per difendere il Parmigiano Reggiano, l'avvocato del governo francese ha addirittura scomodato l'enciclopedia di Diderot d'Alembert dove, alla voce parmesan è scritto "nome del formaggio italiano prodotto nel parmigiano ed esportato in tutta Europa". L'avvocato del Portogallo ha dichiarato con foga che l'uso di parmesan "e' un'usurpazione, che mette in pericolo la Denominazione di origine di un prodotto (Dop), che mantiene il diritto di essere tutelata, anche quando tradotta". Gli ha dato man forte anche la Grecia, il cui Governo è stato sconfitto solo un anno fa contro la Germania sull'esclusività della denominazione del formaggio feta. Netto anche Paolo Stanghelli per conto dell'esecutivo UE, che ha insistito sul potere evocativo del termine parmesan, legato alla percezione dei consumatori al "re" dei formaggi. Il presidente del Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano, si è detto fiducioso per l'esito della battaglia. "Stiamo difendendo - ha detto - i diritti dei consumatori, che non possono e non vogliono essere più tratti in inganno, non si può carpire la loro fiducia facendo leva sulla confusione". La controversia ha fatto molto scalpore in Italia, dove tutte le maggiori organizzazioni agricole protestato contro chi cerca di "rubare" i prodotti Dop. "Il caso Parmesan - ha detto la Cia (Confederazione italiana agricoltori)- è un attacco scorretto e pesante al Parmigiano Reggiano. Questa vicenda riporta in evidenza l'esigenza che a livello di Wto si dettino nuove regole riguardanti il riconoscimento e la tutela della qualità legata al territorio". Dopo aver accolto con piacere il fermo all'uso generico della denominazione parmesan venuto anche dagli altri Paesi europei, la Coldiretti ha affermato che "le decisioni della Corte di giustizia europea dovranno rappresentare un precedente determinante nella difesa dei nostri prodotti a livello internazionale". (ANSA).

08/06/2001

 

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