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AREA BALCANICA: facilitazioni per l'export

I rapporti commerciali tra Ue e paesi balcanici hanno subito, negli ultimi mesi, un rapido sviluppo grazie all'adozione di una serie di provvedimenti di cooperazione e libero scambio, che hanno fortemente agevolato l'export da cinque paesi balcanici. Tali accordi stabiliscono che tutti i prodotti provenienti da Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Macedonia, Serbia e Montenegro siano liberi da limiti quantitativi e esenti dai diritti doganali. Le uniche restrizioni rimaste riguardano l'export di prodotti agricoli e tessili, ma per quest'ultimi il limite quantitativo è stato già abolito in Croazia e in Bosnia- Erzegovina. Un unico problema si è riscontrato nell'attuazione di questi accordi: il rispetto della norma che prevede l' "originarietà" dei prodotti . L'Unione Europea ha cercato di superare queste difficoltà, dovute alla mancanza di controlli generalizzati ed effettivi per gli esportatori di quelle nazioni, fissando regole precise per la definizione di prodotto "originario" e stabilendo una lista di operazioni di trasformazione che lasciano intatta l'originarietà del prodotto. Esistono, fra l'altro, situazioni particolari, nelle quali l' Ue ammette che nella fabbricazione dei prodotti possano essere utilizzate materie provenienti da stati terzi, purchè non superino il 10% del valore totale della merce esportata. Con queste agevolazioni Bruxelles intende perseguire un obiettivo preciso: evitare la possibilità che questi paesi introducano ostacoli di vario tipo alla vendita di prodotti comunitari al loro interno, favorendo in tal modo una progressiva integrazione economica.

13/03/2001

 

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