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Innovazione tecnologica: un costo o un investimento per le PMI?

Riportiamo qui di seguito l'intervista alla giornalista Gioiella Campelli di Soiel International apparsa sul sito http://www.piemonteimprese.it . SCiNT collabora con Soiel International pubblicando articoli per le riviste Executive.it , ICT Professional e FIDA e anche per la II Ed. del Corso Post Lauream in Diritto ed Economia del Commercio elettronico Internazionale Soiel ci ha confermato la disponibilità ad accogliere nostri stagisti.

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Che l'innovazione tecnologica renda un'azienda più competitiva è un dato di fatto. Il problema è come attuarla e a chi rivolgersi. Molte PMI addirittura ignorano l'esistenza del settore ICT, (Information and Communication Technology), e i numerosi finanziamenti agevolati destinati all'innovazione. Nei prossimi anni questo settore sarà strategico non solo per le grandi imprese ma anche per le PMI. Abbiamo intervistato la dottoressa Gioiella Campelli che, dopo essere stata caporedattore, fondatore e direttore editoriale di varie riviste in ambito ICT per diversi editori, è attualmente direttore tecnico di ‘Executive.It’, direttore editoriale di ‘ICT Professional’ e redattore per ‘Office Automation’. Ecco i suoi consigli…


Si parla molto di ICT, ma spesso questo acronimo non viene compreso dalle PMI. Cosa racchiude la sigla ICT?

Uno degli errori che si compiono più spesso nel nostro settore è proprio quello di parlare per acronimi, dando per scontato che tutti ne conoscano i significati reali o pretesi, suscitando quella sensazione di “digital divide” che fa soffrire in modo particolare le PMI. E non è detto che poi chi li usa ne sappia molto di più tanto nella forma quanto nella sostanza. ICT significa Information and Communication Technology, cioè tecnologie informatiche e delle telecomunicazioni, mentre IT si ferma a Information Technology, quindi le tecnologie che stanno dietro e dentro i sistemi informativi, generazioni moderne dei vecchi CED.


In quale modo l'ICT può essere utile alle PMI (che spesso non sanno che farsene)?
L’insieme delle metodologie e dei sistemi ICT incominciano a servire alle PMI, anche molto piccole, quando oltre ad avere qualche sede dislocata (anche solo magari il magazzino separato dagli uffici) incominciano a sentire il bisogno di un contatto più diretto e continuo, quindi on-line, con clienti, fornitori, proprio personale viaggiante, per raggiungere maggiore velocità di contatti e minori costi degli stessi, risparmiando sugli spostamenti. Ma ancor prima di ciò, anche una piccola azienda di tre o sette-otto persone risparmia tempo, risorse e denaro se, tramite una rete interna basata magari su cablaggio strutturato, mette tutti i suoi dispositivi e terminali in rete (pc, stampanti, ecc.) e ne fa condividere l’utilizzo da parte del personale che, oltre ad utilizzare le stesse macchine, può condividere anche informazioni, dati o numeri, nel caso della contabilità, che le stesse racchiudono.


Perché le PMI italiane sembrano avere scarsa propensione all'innovazione e non investono in alta tecnologia?
Credo che le motivazioni principali siano almeno due: in Italia la tecnologia esiste e ce ne è, per certi versi, anche in abbondanza, ma non è, per la maggior parte, di facile utilizzo, quindi ci vuole personale specializzato o quanto meno addestrato per utilizzarla. Di conseguenza, oltre al costo di acquisto subentrano poi costi di formazione, di gestione, di manutenzione e di aggiornamento. L’altro motivo è che la tecnologia è più un costo che un investimento se non viene poi pienamente e totalmente utilizzata per quanto può dare: bisognerebbe procedere a piccoli passi, comperare solo ciò che serve al momento e sfruttarlo tutto, poi maturare e crescere insieme a fornitori che conservino stretti rapporti con i loro clienti, che sappiano farli evolvere senza proporre rivoluzioni o cambiamenti radicali.


Come stimolare le PMI ad investire in ICT?
Partendo dalla formazione, dall’informazione e dalla conoscenza che devono essere impartite non solo da fornitori e da organi di informazione come le nostre riviste, ma anche da enti e associazioni industriali e non, da organizzazioni di categoria. E’ la corretta consapevolezza dei bisogni che può poi dettare una scelta giusta e misurata della tecnologia da acquistare e da imparare ad utilizzare pienamente. Penso sia necessario che le PMI imparino a sviluppare un piano strategico e completo, per esempio di networking, che vada oltre i singoli progetti, per comprendere tutti gli elementi della rete aziendale, sia essa per solo uso interno in quanto rete informatica per la condivisione di dati e informazioni tra il personale, o rete Lan (Local Area Network) o rete Wan (Wide Area Network) per la connessione con il mondo esterno. Prima impareranno a realizzare questi programmi tempestivamente rispetto allo sviluppo del loro business per conseguire gli obiettivi che si propongono, prima si renderanno conto di essere sulla strada giusta verso l’innovazione tecnologica che il futuro riserva e richiederà. Affrontare singoli problemi in modo disorganico e reattivo, invece che proattivo come si dice oggi, comporta il rischio di vedersi costretti a ristrutturare più volte le proprie reti andando quindi incontro a maggiori oneri. Scelte globali consentiranno anche di negoziare meglio con i propri fornitori per ottenere vantaggi concreti in termini di costi o di livelli di servizio. Scelte strategiche iniziali di networking che vadano a coprire un periodo di almeno qualche anno permettono di scegliere anche fornitori strategici e affidabili che garantiscano continuità sul lungo termine.


Nel futuro pensa che ci sarà un migliore rapporto tra ICT e PMI?
Sarà indispensabile e sarà anche sempre più spontaneo con il graduale formarsi di una cultura tecnologica, ma ci vorrà anche un miglior rapporto tra mondo accademico e mondo industriale per creare questa cultura e tra fornitori e clienti per creare relazioni di fiducia e quindi costruttive e durature.


Ci sono finanziamenti agevolati per l'ICT che lei può consigliare ad un'azienda di piccole e/o medie dimensioni?
La cosa più semplice da fare è andare sul sito del Ministero delle Attività Produttive e dell’Innovazione Tecnologica dove si trovano tutti i bandi ICT, le possibilità di finanziamenti agevolati e le relative leggi vigenti per ogni tipo e dimensione di PMI. Un altro giochetto è andare sul motore di ricerca www.google.it e lanciare “finanziamenti agevolati ICT”: non resta che l’imbarazzo della scelta, salvo poi procedere nei contatti diretti quando si sia individuata qualche iniziativa che fa al caso proprio. Possibilità ve ne sono molte, in vari settori ed è un peccato non cogliere le occasioni che si presentano, considerato che in Italia tante disponibilità e proposte di finanziamenti vanno deluse perché non utilizzate, proprio perché non si conoscono. Il concetto di strategia ICT globale di cui parlavo sopra può anche meglio aiutare a determinare l’entità e le forme di finanziamenti adatte a sostenere le proprie iniziative di innovazione tecnologica, prendere decisioni ponderate circa i progetti da finanziare o da abbandonare o da rinviare e circa l’investimento di risorse necessarie a supportare i progetti selezionati. Tutto ciò porta infine a creare e conservare ciò che maggiormente interessa alle PMI e cioè il proprio vantaggio competitivo sul mercato. Per arrivare a dei buoni risultati è importante anche che all’interno delle aziende ci sia allineamento e comunicazione tra le persone e tra i vari uffici o reparti sui progetti e sulle metodologie, in pratica su ciò che ognuno deve fare e come, di attuazione degli stessi e di utilizzo delle tecnologie a disposizione.

Per ulteriori informazioni sull'argomento http://www.soiel.it/

23/01/2004

 

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