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Ci sarà vera Innovazione? Un punto sul Bando ICT di agevolazioni per le imprese

SCiNT segue con attenzione le evoluzioni dei mercati e l’innovazione tecnologica … riflessioni, contributi e considerazioni sono ben accetti per stimolare il confronto e diffondere una nuova consapevolezza del mercato e della società incui viviamo.

 

Ci sarà vera innovazione ?

di Davide Diurisi – Resp.Area Aziendale Studio Associato D&L – www.studiodl.it -

 

Il recente bando di agevolazioni finanziarie per l’ICT, emesso dai Ministeri per l’Innovazione Tecnologica e le Attività Produttive e finalizzato a portare sviluppo nel settore delle nuove tecnologie e della ricerca, pone un quesito al quale dobbiamo cercare di rispondere un po’ tutti, cercando di sfruttare proprio i vantaggi e i benefici offerti dalle nuove tecnologie, vale a dire l’opportunità di formulare un giudizio che rappresenti, per quanto possibile, l’espressione di molti, anzi moltissimi.

 

Se per alcuni aspetti il Ministro Stanca sta portando avanti egregiamente la politica di innovazione del sistema Paese, sul fronte attività produttive è opportuno riflettere e comprendere bene come si sta muovendo il Governo.

 

Il bando ICT è uno strumento estremamente interessante, che promuove e sostiene la ricerca e sviluppo, agevolando non poco le imprese che intendano “fare innovazione”. Ma al momento di definire e capire cosa si intende per innovazione, viene da chiedersi se il sistema impresa italiano, quello delle numerosissime piccole e medie imprese (ma parliamo sempre di piccole realtà, e nella stragrande maggioranza dei casi è veramente difficile arrivare a soddisfare i parametri di media impresa …), possa risultare, alla fine, realmente beneficiario di tali opportunità.

 

Al fine di utilizzare al meglio le risorse disponibili, il Bando ICT pone (giustamente) una serie di criteri e condizioni da rispettare, sia a livello formale che sostanziale; ciò significa che da una rapida analisi dei criteri e relativi punteggi che vengono attribuiti, la “posizione di beneficiario” per un’impresa che intenda inoltrare richiesta di agevolazioni a velere sulle risorse finanziarie del bando, risulta essere distante o quantomeno improbabile per la maggiorparte, a meno che non si tratti di una media impresa, possibilmente aderente ad un consorzio o in raggruppamento con altre, con la presenza – nel progetto - di Enti di ricerca e/o dipartimenti universitari.

 

Il sistema produttivo più “bisognoso” di innovazione probabilmente evidenzia un tessuto di piccole realtà, il cui modello di business potrebbe senza dubbio beneficiare di innovazione; ma dobbiamo anche sottolineare che per innovazione non bisogna guardare necessariamente alla ricerca&sviluppo più impegnativa, ma proprio all’ICT (Information-Communication-Technology), a quei sistemi di comunicazione che grazie alle enormi potenzialità della rete agevolano la trasmissione di conoscenza, informazioni, contatti e opportunità, per poter sviluppare prodotti e servizi migliori, più competitivi.

 

D’altronde, lo stesso Bando ICT pone l’accento sulle infrastrutture info-telematiche, evidenziando l’importanza dell’innovazione nei processi aziendali … rischiando, però, la contraddizione quando si indicano le percentuali di premialità.

 

Ottimo negli intenti, appropriato nella situazione attuale di crescita del sistema impresa, ma ancora una volta poco indicato per chi ha maggiori necessità di sviluppo e sostegno, il Bando porta inevitabilmente a selezionare a monte la tipologia di richiedenti, lasciando spazio per pochi grandi progetti che avranno scarse ricadute economiche sul tessuto produttivo nazionale; un problema cui è certamente difficile dare delle soluzioni (a suo tempo si è discusso sulla logica assunta dalla Legge 488/92, strumento prìncipe in materia di sostegno agli investimenti, ma ormai scarsamente utile per la maggior parte degli investitori di piccole-medie dimensioni).

 

L’innovazione tecnologica, peraltro, va assumendo un’importanza sempre meno accessoria sul mercato. Se fino a poco tempo il vantaggio competitivo derivante dall’innovazione aziendale si giocava fra quei soggetti che “decidevano” di frequentare la rete e sfruttare processi innovativi di gestione della produzione, con il progressivo e rapido diffondersi dell’innovazione, il mercato si è spostato su un piano più alto, integrando sempre maggiori funzioni e relazioni (anche di natura ed a livello internazionale) .

 

Proprio l’integrazione delle funzioni porta oggi a richiedere strumenti e tecnologie innovative alle piccole realtà imprenditoriali, rischiando di generare un gap strutturale sempre maggiore, se non si dispone di risorse a sostegno dei necessari investimenti.

 

Ultimo ma non ultimo, l’elemento relativo all’internazionalizzazione del sistema produttivo. Argomento particolarmente caro, che mi fa pensare alla necessità di innovare e sviluppare l’impresa per uscire dai confini nazionali, con prodotti e servizi competitivi, degni della migliore tradizione del made in Italy, ma pronti a sfidare i mercati internazionali, dove la battaglia si fa più aspra, ma le opportunità di mercato sono senza dubbio interessanti. 

 

Ritornando al Bando ICT, ormai di prossima scadenza (ma per le prossime iniziative, il dibattito è aperto…), sarebbe forse il caso di avviare una fase di monitoraggio diffusa, ma su base regionale, per far emergere le caratteristiche produttive locali e fornire risposte più puntuali, quindi creare strumenti differenti per la piccola impresa e le sue tante priorità.

 

Questo vuole essere un primo, rapido confronto sulla situazione attuale delle agevolazioni alle imprese, che potrà, poi, assumere connotati più tecnici man mano che si andrà avanti e si esamineranno gli strumenti nel dettaglio.

 

Davide Diurisi

davidediurisi@studiodl.it

 

 

 

12/02/2004

 

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