Solidarietà verso i magistrati italiani
Il Centro Studi & Ricerche SCiNT, in questo periodo buio per la giustizia italiana, esprime piena solidarietà verso i magistrati italiani e soprattutto verso i magistrati siciliani, i quali - richiamandosi ai profondi valori espressi dai Giudici Falcone e Borsellino - evidenziano tutte le ovvie perplessità nei confronti di una riforma della giustizia fondata sul carrierismo e sulla mancanza di obiettivi seri di risoluzione dei problemi del processo italiano.
D'altronde basta leggere il C.V. del Ministro alla Giustizia Castelli per avere qualche dubbio sulla reale capacità e preparazione per risollevare le sorti di un processo che rischia di morire per asfissia: "nel 1971 si laurea in Ingegneria meccanica. Frequenta corsi di specializzazione negli Stati Uniti e Inghilterra. Pratica attività di ricerca avanzata e sviluppo tecnologico, da oltre dieci anni lavora allo sviluppo di un sistema tecnologico innovativo per l'abbattimento elettronico del rumore (...)" (dal sito del Governo Italiano).
Pensare di risolvere i mastodontici e irrisolti problemi della Giustizia Italiana grazie ad un ingegnere potrebbe essere paragonato al folle atto di commissionare ad un avvocato internazionalista il restauro del Colosseo!....(e si spera che almeno questo nella realtà non succeda)
E' legittimo o no nutrire qualche dubbio?
(e ci perdonino i lettori per queste considerazioni che forse riguardano poco l'internazionalizzazione e le nuove tecnologie, ma riguardano comunque il futuro di tutti i processi italiani)
Si consiglia la lettura di La morte del processo (da La Repubblica )