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Internazionalizzazione delle Imprese: riordino del settore

Internazionalizzazione delle imprese

tratto da http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/imprese_export/index.html

 

Presentazione

Nella seduta del 23 marzo scorso l'Assemblea del Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge sull'internazionalizzazione delle imprese e delega al Governo per il riordino degli enti operanti nello stesso settore (3034-B - file in formato .pdf).

Obiettivo del provvedimento è quello di dotare l'imprenditoria italiana di nuovi strumenti operativi nonchè di coordinamento e di raccordo che consentono un'accresciuta presenza all'estero delle imprese nazionali, anche favorendo la sinergia degli organi e degli enti oggi operanti nel settore dell'internazionalizzazione del sistema economico e produttivo.

Grazie alla nuova legge viene sancita la nascita in cinque continenti degli Sportelli unici per l'internazionalizzazione, che il Ministero degli Esteri ha già contribuito a realizzare in 29 sedi estere grazie allo stretto raccordo degli Uffici diplomatici e consolari con gli Uffici ICE.

Gli Sportelli unici consentiranno di rafforzare il "Sistema Italia" all'estero, valorizzando le funzioni di coordinamento degli Ambasciatori e dei Consoli e le sinergie tra i soggetti italiani operanti all'estero.

Gli imprenditori italiani avranno negli Sportelli Italia un punto unitario di riferimento per affrontare la sfida dei mercati esteri, unendo il sostegno diplomatico alla consulenza professionale dei diversi enti preposti all'internazionalizzazione.

Sempre per favorire l’internazionalizzazione delle PMI il Ministero delle Attività Produttive (MAP), in collaborazione con l'Istituto nazionale per il Commercio Estero (ICE), ha introdotto due nuove linee di intervento mirate a favorire i loro investimenti all’estero mediante:

  • l’aggregazione delle imprese di piccole dimensioni per realizzare progetti di internazionalizzazione congiunti;
  • il trasferimento di "conoscenza" dalle Università alle PMI, per accrescere le loro capacità di agire sui mercati “da grandi” imprese.

Obiettivo del primo intervento è l’aggregazione di imprese intorno ad un progetto comune di investimento. Si auspica che Regioni, Associazioni di categoria nazionali e territoriali, organismi fieristici, Camere di commercio, possano svolgere, a livello locale, una funzione di aggregazione delle PMI, per favorire l’utilizzo della nuova agevolazione.

Il secondo intervento ha lo scopo di incentivare i contatti fra mondo imprenditoriale e mondo accademico. Le Università, i Parchi tecnoscientifici, i Centri e Istituti di ricerca, tramite progetti congiunti con le imprese, sono coinvolti con l’obiettivo di inserire le PMI italiane nella loro rete di relazioni con l’estero.

Gli studi di fattibilità devono essere direttamente finalizzati ad investimenti all’estero. Condizione essenziale per una positiva valutazione della richiesta è l’esplicito e concreto proposito dei richiedenti di effettuare il successivo investimento. La diretta finalizzazione dello studio di fattibilità ad un investimento deve essere evidenziata e documentata attraverso l’indicazione delle attività preliminari già poste in essere, quali indagini di mercato, missioni di operatori all’estero, contatti con le potenziali controparti.

L’intervento pubblico è articolato su tre momenti:

  • il finanziamento del 75% (entro l’importo massimo di € 150.000) delle spese relative all’effettuazione di studi di fattibilità finalizzati ad investimenti all’estero di raggruppamenti, filiere o distretti di imprese , ovvero, nella seconda ipotesi, studi di fattibilità per progetti congiunti fra Università, Parchi tecnoscientifici ed imprese. Gli stanziamenti ammontano, rispettivamente, a € 2 milioni per le aggregazioni di imprese e ad € 1 milione per i progetti congiunti imprese/mondo accademico. La restante quota della spesa è lasciata ai privati, per assicurare la rispondenza dello studio con l’investimento ipotizzato;
  • l’accompagnamento istituzionale nel mercato d’interesse;
  • il monitoraggio della realizzazione dello studio, per assicurarne l’efficacia.

Nella prima tipologia di intervento (scheda a - file in formato .pdf), gli studi di fattibilità realizzati da raggruppamenti di imprese, loro filiere o distretti possono riguardare investimenti di natura promozionale, (show room) commerciale (centri servizi, assistenza, ecc.) o produttiva.

Nella seconda tipologia di intervento (scheda b - file in formato .pdf), gli studi di fattibilità devono essere finalizzati ad acquisire "conoscenza" e tecnologie mediante l’implementazione di brevetti, la creazione di joint-venture o di nuove imprese all’estero, l’ingegnerizzazione di prodotti, l’innovazione di processi, con Università/Parchi scientifici e/o imprese estere.

Le proposte devono essere presentate entro il 15 aprile 2005, con consegna a mano (fino alle ore 16,00 del predetto termine) o per posta raccomandata (nel qual caso vale la data del timbro di partenza), a:

Istituto nazionale per il commercio estero

Dip. Promozione internazionalizzazione - Area collaborazione industriale Via Liszt, n. 21

0144 Roma

e, per conoscenza, a :

Ministero delle Attività Produttive

D.G. Promozione degli scambi. Div.II

Viale Boston, n. 25

00144 Roma

29/03/2005

 

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