Internet&Internazionalizzazione: Clamoroso colpo di scena nel Caso Grockster - Sentenza anti-peer2peer della Corte Suprema USA
P2p: colpevoli produttori software
L'ha deciso la Corte suprema Usa
Colpo di scena nella dura e complicata crociata delle major contro la
pirateria online. La Corte suprema degli Stati Uniti, infatti, ha deciso che
le società produttrici di software per lo scambio di file su Internet
possono essere ritenute colpevoli se i loro prodotti vengono utilizzati in
modo illegale violando il copyright. Tecnicamente parlando, si tratta di un
provvedimento che ha scatenato subito un terremoto nel mondo
dell'informatica innescando da una parte la soddisfazione delle industrie
discografiche e dall'altra la preoccupazione del comparto hi-tech, in
allerta per un eventuale frenata nello sviluppo di nuovo prodotti e mercati
basati proprio sui sistemi file-sharing.
La decisione va in una direzione opposta a quella scelta dalla Corte suprema
nel 1984, in un celebre caso nel quale era stata citata la Sony all'epoca
dell'inizio del boom dei videoregistratori: i giudici avevano stabilito che
il colosso giapponese non era responsabile se i suoi clienti utilizzavano il
videoregistratore per fare copie pirata dei film.
Nel dettaglio, questa volta i giudici di Washington hanno invece bocciato
una sentenza di una Corte d'appello che aveva ritenuto non processabili due
società che si occupano di programmi "peer-to-peer", Grokster e StreamCast
Networks. Ad avviso del massimo organo giudiziario americano, ci sarebbero
elementi sufficienti per ritenere che chi produce software di questo genere
promuove la violazione del copyright e ne deve quindi essere ritenuto
responsabile. Il caso era seguito con attenzione non solo dall'industria
discografica e da quella del software negli Usa, ma anche dall'Unione
Europea, che attendeva la sentenza su Grokster per valutare interventi sul
copyright in Europa.
Nel frattempo la Riaa, l'organizzazione dell'industria discografica, ha
lodato la sentenza sostenendo che la Corte "ha aiutato a rafforzare il
futuro digitale per le attività legittime online". Di diverso avviso invece
un portavoce della Computer and Communications Industry association: "La
sentenza della Corte suprema Usa non solo è molto pericolosa per la
tecnologia e l'innovazione, ma potrebbe scoraggiare anche le aziende a
sviluppare nuovi prodotti". Il braccio di ferro delle major contro la
pirateria online continua.
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Era difficile immaginare che si sarebbe arrivati a tanto nella lotta ai software di file sharing e certamente una sentenza di questo tipo avrà notevoli conseguenze nei già precari equilibri tra chi detiene lo strapotere discografico e dei software e i piccoli consumatori e gestori di servizi on line.
E' una battaglia di Davide contro Golia, ma abbiamo da tempo imparato che Internet riserva sempre tante soprese nel momento in cui si tenta di monopolizzarla!
Certamente è un duro colpo, ma la battaglia continuerà...ed è difficile bloccare l'evoluzione tecnologica a colpi di ricorsi miliardari!
In proposito si segnala l'interessante documento preparato dall'OECD in tema di Online Music Distribution.