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Innovazione Tecnologica: P.A. on line...ma quale realtà? brevi riflessioni critiche sullo stato dell'arte nel nostro triste panormama legislativo dedicato alla P.A. on line!

P.A. on – line….ma quale realtà?

 

Prendendo spunto da un’articolo apparso su SCINT in data 21/07/2005, a firma di Gianfranco Fornari, vorrei sottoporre all’attenzione dei molteplici visitatori del suddetto portale una mia individuale riflessione, maturata lentamente durante i mesi in cui ho avuto modo di frequentare il “Master in Diritto delle reti telematiche” organizzato dalla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Messina. Come è solito ripetere l’amico Avv. Andrea Lisi, gli innumerevoli e certe volte poco appropriati interventi legislativi italiani degli ultimi anni, in materia di internet e commercio elettronico, non sempre sono stati meditati ed elaborati tenendo presente “lo stato dell’arte”, ossia il grado di “alfabetizzazione informatica” dei nostri cittadini o, cosa ancor più importante, le strutture informatiche, i mezzi tecnici e le risorse umane di cui è dotata la pubblica amministrazione. Al nostro legislatore, infatti, gioverebbe, prima di cimentarsi nella redazione del “Codice della Pubblica Amministrazione digitale”, (decreto legislativo n. 82 del 7/3/2005), che sa tanto di utilitaristica propaganda pre-elettorale, avviare un prodromico e analitico studio sulla presenza e sull’utilizzo delle strutture informatiche nella p.a., magari nel lontano e dimenticato sud del nostro paese, ove semplici ed elementari concetti come firma digitale, posta elettronica certificata, normativa privacy ecc. risultano totalmente estranei alla maggior parte degli impiegati della p.a, ormai abituati per forma mentis culturale a convivere con macigni di scartoffie ingombranti sulle proprie scrivanie….altro che e-government!!! Se facessimo una indagine meramente conoscitiva circa l’utilizzo di internet come strumento di interazione tra i cittadini e la pubblica amministrazione, ci troveremmo di fronte ad un bilancio totalmente fallimentare e assolutamente sconfortante, almeno, ripeto nelle realtà meridionali del bel Paese. Credo di essere nel vero se affermo, senza il minimo grado di presunzione, che la vera partita dell’innovazione tecnologica latu sensu dovrebbe giocarsi sul terreno della formazione: formazione dei cittadini, a cominciare dai primi anni della scuola dell’obbligo, formazione dei dipendenti della p.a….e magari formazione anche per il nostro legislatore, troppe volte incantato dalle ulissiane sirene dei soliti noti, che considerano internet solo in funzione del “Dio business”, piuttosto che intenzionato ed animato dalla volontà di rendere la tecnologia informatica al servizio degli utenti finali, nel rispetto dei pubblici interessi. La vera e propria “dissenteria legislativa” di cui siamo stati taciturni spettatori in questi anni in materia di internet credo che abbia ingenerato solo contrasti e dubbi interpretativi, anche nelle menti dei più coscienziosi e scrupolosi giuristi informatici. Nulla, a mio modesto avviso, è stato concertato con le intelligenze più spiccate del nostro paese, che esistono e che avrebbero potuto fornire al nostro legislatore spunti normativi appropriati e forieri di vero e proprio sviluppo informatico. Pertanto, alla luce di tutto ciò, sarebbe opportuno che chi di dovere facesse un “bagno di umiltà”, piuttosto che lasciarsi andare a stime avveniristiche e propagandistiche sui risparmi che l’applicazione del CAD comporterà per l’esiguo bilancio statale. Per non parlare poi della normativa privacy, sconosciuta ed inosservata dalla stragrande maggioranza dei destinatari della stessa, soprattutto enti pubblici. L’altro giorno mi trovavo a parlare con un sindaco ed un dirigente comunale, ed intenzionalmente, al fine di saggiare il loro grado di conoscenza in materia, ho chiesto che cosa ne pensassero a proposito del DPS………………mi hanno chiesto se fosse un neo partito politico….ERGO….

 Concludendo mi limito ad affermare che l’affascinante mondo dell’informatica e delle norme giuridiche che ne disciplinano il campo di applicazione, risulta essere poco esplorato ed implementato culturalmente per costituire veramente una risorsa per il nostro futuro: proprio questo ho imparato al Master di cui sono stato discente. Non si possono regolamentare normativamente una serie di interessi giuridici che poi non trovano adeguata rispondenza nella realtà….almeno per quel che riguarda gli enti pubblici (soprattutto al sud), ancora distanti anni luce dalla piena padronanza fisica degli strumenti informatici e dalla conoscenza ed applicazione concreta dei basilari principi normativi che li contraddistinguono.

 

Dott. Roberto Lanfranco

25/07/2005

 

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