La Campania ha un futuro globale e il Meridione ha assoluta esigenza di una nuova generazione di professionisti
La Campania ha un futuro globale |
di Andrea Lisi* (articolo pubblicato sul giornale "Il Denaro", in data 20/10/2006) |
La Campania riveste un ruolo strategico per lo sviluppo dell'area mediterranea. Per poter essere realmente protagonista nella Società Globale deve però investire in ricerca e innovazione. I nuovi mercati internazionali e digitalizzati devono essere conquistati non più in maniera tradizionale, ma attraverso una promozione del territorio fatta di investimenti in marchi innovativi, in vera apertura culturale verso processi di sviluppo sostenibile dell'internazionalizzazione, anche in base a quanto previsto dalle Linee Guida dell'Ocse che suggeriscono un progresso economico, ambientale e sociale secondo una nuova consapevolezza imprenditoriale. Va costruito un modello di internazionalizzazione più sofisticato ed evoluto che consideri l'internazionalizzazione come un processo multidimensionale, con diverse modalità di presidio dei mercati esteri tra loro connesse (commerciale, distributiva, produttiva, sino alle nuove frontiere dell'internazionalizzazione digitale). Non è pensabile pertanto continuare a sostenere, in maniera provinciale, che il ruolo della Campania sia determinato solo dalla sua posizione geografica favorevole e, quindi, dalla sua intrinseca apertura quale terra di frontiera che guarda verso i nuovi mercati asiatici e africani. Oggi è indispensabile parlare un linguaggio universale, occorre possedere nuove chiavi di lettura giuridiche ed economiche fondate sulle tecniche del commercio internazionale, e per fare questo occorre allora non soltanto prestare attenzione alle più consuete strategie economiche, fatte di infrastrutture e sviluppo tradizionale del territorio, ma puntare l'indice verso la formazione e la creazione di una nuova classe di esperti in strategie internazionali e digitali che supportata da uno staff di alto livello può essere in grado di leggere e interpretare il cambiamento determinato non più dalla semplice apertura delle frontiere, ma dalla vertigine causata dalla loro inevitabile assenza. Servono persone capaci di acquisire in fretta informazioni economiche e giuridiche e gestire le risposte da filtrare al tessuto produttivo (che ha sete di informazioni corrette e di valutare opportunità oltrefrontiera). Il territorio e il suo tessuto produttivo va preparato in fretta all'internazionalizzazione digitale attraverso seminari specifici, assistenza specialistica in fiere e missioni all'estero etc. etc. Infatti, per sostenere il commercio elettronico e il collegamento telematico, il Ministero delle Attività Produttive ha stanziato il 9 marzo scorso finanziamenti per 100 milioni di euro. Ma l'internazionalizzazione non deve essere avvertita soltanto come gestione di fondi o finanziamenti messi a disposizione dall'Ue o dal Ministero delle Attività produttive. Le leve sulle quali puntare per promuovere uno sviluppo duraturo dell’area del Mediterraneo sono qualità e competenza specialistica affiancate da un vero progetto di crescita del territorio. La politica deve viaggiare su piani più alti e aprire la strada del rinnovamento globale, servendosi di persone formate sui mercati digitali e internazionali. Informazione e formazione specialistica costante, un esempio in questo senso è il master Aforisma-Scint in management e diritto dell’innovazione digitale, devono essere la base operativa di questo processo. In una prospettiva globale, anazionale e digitale una singola città, anche se importante e illuminata come Napoli, può far poco. La crescita sui binari sopradelineati però può essere avviata, favorita e cavalcata da una città come Napoli, che può acquisire il ruolo di volàno di questo processo che va iniziato al più presto, per non continuare ad essere scavalcati dal Nord Italia e anche da altri Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Nella pubblicazione del Ministero delle Attività produttive e di Unioncamere su "L'internazionalizzazione dei sistemi territoriali italiani - modelli e prospettive di medio periodo" Napoli e Salerno sono affiancate tra i modelli di sviluppo appertenenti alle "aree urbane a modernità incompiuta". Aree urbane di grandi dimensioni, a forte densità abitativa, con bassa occupazione e scarsa concentrazione di imprese che guardano all'estero, ma connotate da potenziali economici indubitabili, anche se ancora incerte sulla scelta di ruolo da privilegiare e sostenere con cicli di investimenti a medio termine. In questo periodo invece le scelte appaiono indispensabili e il Sud ha disperato bisogno di una classe politica e professionale che abbia il coraggio di operare scelte strategiche. *presidente del Centro studi Scint
|
|
20-10-2006 |
24/10/2006
|