Da Scintlex: Il contrassegno SIAE non serve a nulla: chi deve essere risarcito adesso?
Il contrassegno SIAE non serve a nulla: chi deve essere risarcito adesso?
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La Cassazione interviene alla luce della sentenza della Corte di Giustizia delle Comunità Europee - 8 novembre 2007
di Annalisa Spedicato (Studio Legale Lisi - http://www.studiolegalelisi.it)
La Corte di Cassazione, in data 2 Aprile 2008, si è espressa, più volte, sui reati previsti dagli artt. 171 bis e ter della legge n. 633 del 1941, misurando, in tal modo, gli effetti della decisione espressa nel caso Schwibbert, dai giudici della Corte di Giustizia C. E. l'8/11/2007. In quell'occasione, infatti, i giudici chiarirono che l'obbligo di apporre il contrassegno SIAE sui supporti contenenti programmi multimediali o per elaboratore, costituisce una regola tecnica, secondo quanto disposto dalla direttiva comunitaria n. 189 del 1983, regola che, qualora non notificata alla Commissione, risulta inopponibile al privato.
Il caso Schwibbert, sul quale la Corte Europea è stata chiamata a pronunciarsi, scaturì da una istanza presentata davanti ai giudici comunitari, a seguito della sollecitazione al giudicante nazionale, proposta dal difensore del Sig. Schwibbert. L'istanza, esibita ai Giudici di Bruxelles, verteva sull'interpretazione degli artt. 3 CE, 23 CE-27 CE, della direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio 22 giugno 1998, 98/34/CE, che prevede una procedura di comunicazione alla Commissione Europea nel settore delle norme, delle regolamentazioni tecniche e delle regole relative ai servizi della società dell'informazione.
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02/05/2008
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